Identità Digitale: un’altra occasione mancata

L’Associazione Sammarinese per l’Informatica esprime il proprio rammarico nell’aver appreso dai canali stampa i dettagli sulla soluzione, ancora una volta adottata in un contesto emergenziale, per l’assegnazione dell’identità digitale italiana (SPID) ai cittadini sammarinesi, al fine di poter iscrivere i propri figli nei cicli scolastici italiani.

Comprendiamo l’adozione del provvedimento, che ha sicuramente evitato inutili disagi alla cittadinanza sammarinese, ma non possiamo esimerci dal sottolineare che il tema dell’identità digitale è la colonna portante della digitalizzazione di un paese e che nel recente passato è stato ampiamente studiato, dibattuto e richiesto dalla nostra associazione. Per cui attendiamo che questo tema venga attenzionato e discusso non solo dalle segreterie con delega, ma da tutto l’esecutivo.

Metaforicamente parlando l’identità digitale rappresenta la chiave per accedere allo stanza contenente i servizi digitali sia di interesse pubblico che privato, pertanto ci auguriamo che questo passaggio sia transitorio anche per il fatto che disattende palesemente i punti del programma di governo in tema di e-government.

Già da alcuni anni infatti l’associazione monitora e studia l’evoluzione delle identità digitali europee con particolare interesse verso quella italiana tanto che internamente si erano studiate le condizioni per realizzare, anche a San Marino, un nodo eIDAS del tutto simile al progetto FICEP italiano. Del resto l’infrastruttura di tale progetto si basa proprio sullo stesso sistema di autenticazione implementato nel portale PA per cui, almeno apparentemente, la convergenza sembrava possibile anche con ridotte risorse economiche.

ASI, quando coinvolta in passato nei contesti afferenti alla digitalizzazione, ha rimarcato l’esigenza di analizzare il Regolamento eIDAS europeo perché anche a San Marino si potessero adottare preventivamente le soluzioni normative e tecniche affinché, una volta ratificato l’accordo con l’Unione Europea, la transizione verso l’interoperabilità digitale oltre confine non risultasse traumatica. E anche in questo caso evidenziamo con soddisfazione che il tema è stato oggetto di interesse della politica in quanto presente nell’attuale programma di governo proprio nella parte dedicata all’e-government ed alla sovranità digitale.
Evidenziamo infatti che il progetto SPID italiano altro non è che l’applicazione italiana del Regolamento eIDAS nella parte riguardante l’identità digitale.

Dispiace però constatare che ancora una volta la macchina pubblica non sia riuscita nemmeno lontanamente a raggiungere gli obiettivi programmatici di governo. Basti pensare che, nonostante se ne parli ormai da anni, ad oggi non esiste ancora un cronoprogramma che sancisca e concretizzi quella sinergia tra il settore pubblico e quello privato, inevitabile per rendere efficace ed efficiente la transizione dai processi cartacei a quelli digitali. 

Negli altri paesi tale sinergia prende il nome di Agenda Digitale, ossia l’esternalizzazione dei processi pubblici a favore del settore privato con il duplice effetto di contenere e ridimensionare la spesa pubblica e responsabilizzare gli operatori economici sul sensibile snellimento dei processi burocratici che la digitalizzazione può offrire.

L’esperienza derivante dalle transazioni digitali operate nella totalità degli stati europei ha mostrato come le amministrazioni pubbliche non riescano mai a carpire, se non in minima parte, le esigenze ed i contesti informatici degli operatori privati, per cui, seppur vi siano state eccezioni positive degne di nota, la sola iniziativa pubblica si è dimostrata fine a sé stessa e non a sostegno del settore privato. Fortunatamente i legislatori europei hanno tenuto conto di queste esperienze nella redazione delle direttive e dei regolamenti che normano ancora oggi la digitalizzazione. E, già dopo pochi anni dalla loro applicazione, l’impegno privato, operato in regime di libera concorrenza, ha permesso una semplificazione e personalizzazione costante delle soluzioni digitali per soddisfare le più ampie esigenze dei cittadini e delle aziende.

Ci auguriamo quindi che l’esempio dell’assegnazione delle identità digitali italiane ai cittadini sammarinesi rimanga un unicum e auspichiamo che la nostra ponderata  e puntuale riflessione venga raccolta dalle forze politiche, affinché, finalmente anche a San Marino, si avvii la transizione digitale.
ASI si impegna a collaborare con le Istituzioni, con i propri professionisti e competenze, al fine di rendere possibile tutto ciò.  

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